“Mi chiamo Gianfederico Hablichkeit, e l’ho già detto, sono nato a Castelmezzano e vivo a Berlino dove faccio il fotografo, sono conosciuto come Giaggià Photography […] La fortuna bussò alla porta della vita mia il giorno dopo che la morte bussò alla porta di mamma mia. Da allora, ogni mese ricevo un incarico da una rivista di viaggi che mi pubblica e, soprattutto, mi paga le foto mie. A Berlino ho una bella galleria con studio di fotografia in Potsdammer Platz ma ho non più di cinque o sei clienti tedeschi. La maggior parte so’ turisti, anche perché io mi rifiuto di parlare il tedesco, così come mi rifiuto di avere amici, così come mi rifiuto di frequentare donne. Diciamo che la mia vita è alquanto monotona, ma mi sta bene così […] Questo è il pensiero prima di conoscere Fefè Bellezza. Questo prima di venire o tornare in Basilicata.”
Così scrive il fotografo, scrittore e blogger lucano Luca Lancieri nel suo ultimo lavoro, “Bellezza e il suo segreto” (Città del Sole Edizioni). Un elegante volume splendidamente illustrato (oltre 350 gli scatti raccolti nel libro) tra narrativa e fotografia che racconta di un viaggio – quello di Giaggià in Basilicata –, che ha inizio a Maratea, con la sua settimana del cinema, il Cristo e le sue meravigliose spiagge, fa tappa a Potenza, prosegue verso Matera nel giorno del trionfo come Capitale Europea della Cultura 2019, attraversa le cascate di San Fele e i laghi di Monticchio passando da Aliano, e arriva fino a Castelmezzano, piccolo e incantevole borgo incastonato tra le Dolomiti lucane. Un viaggio vissuto come momento di esplorazione e scoperta della bellezza, dell’amore e dell’amicizia, in un racconto ironico, tra volti veri e personaggi di fantasia, nato per «provare a raccontare – dice Lancieri nell’intervista seguente – i nostri luoghi in modo da farli vedere, […] mostrare i nostri luoghi in modo da raccontarli, con una storia».
“Bellezza e il suo segreto”: un volume tra narrativa, fotografia e viaggio. Ci racconta come è nato questo suo ultimo lavoro?
«Più viaggi, più vedi bei posti e più ti accorgi di quanto belli siano i nostri posti. È una regola generale: il mondo è tutta una bellezza, siamo circondati dalla bellezza, basta accorgersene. E da tutta questa bellezza che ci circonda è nato Bellezza, galantuomo d’altri tempi invischiato in faccende dei tempi nostri. Un galantuomo malinconico ma non nostalgico, ricchissimo, soprattutto di sentimenti. Che vive con dolore il fatto che la Basilicata non sia riconosciuta come la regione più bella del mondo. E allora, grazie a Bellezza, mi sono detto perché non provare a raccontare i nostri luoghi in modo da farli vedere, perché non mostrare i nostri luoghi in modo da raccontarli, con una storia. Una storia d’amicizia, una storia d’amore, una storia di bellezza, con la fantasia che incontra la realtà, con ironia e disincanto, e con qualche malcelata critica».
Giaggià, il protagonista del suo romanzo, è un fotografo incaricato da un uomo d’affari (Fefe’ Bellezza) di realizzare un reportage dettagliato sulla Basilicata. E alla fine dei 180 giorni di permanenza in Basilicata, guardando le sue foto afferma: “Chiunque avrebbe potuto mostrare questa bellezza”. Lei, invece, cosa ha pensato dopo aver visto le foto che ha scattato in giro per la Regione e che ha raccolto nel suo volume?
«Ho pensato che la Basilicata è davvero un posto meraviglioso, ed è stato difficile, molto difficile, scegliere le foto, lasciar fuori tante altre fotografie».
Giaggià non ama l’uso del flash perché, secondo lui, “le foto sono tutte uguali con il flash”, ritiene superfluo il fotoritocco e utilizza pochissimi obiettivi. Un approccio alla fotografia vicino o lontano a quello di Luca Lancieri?
«Giaggià ha insegnato a Lancieri come si fanno le fotografie. Magari Lancieri non è bravo come Giaggià e, soprattutto, non è bravo come i molti fotografi del mondo però l’approccio alla fotografia di Giaggià mi piace. Assai. Così come, lo ammetto, mi piacciono le foto di Lancieri che magari non saranno bellissime per il resto del mondo ma certamente sono diverse».
Sempre Giaggià, a proposito della Basilicata, dice: “Sembra non ci sia amore per i vostri luoghi. Siete come un capolavoro letterario che giace sulla scrivania d’un editor svogliato. Non siete capaci di comunicare la bellezza. Non sapete valorizzare la bellezza”. Secondo lei è davvero così o qualcosa sta cambiando?
«Sì è davvero così, e sì qualcosa sta cambiando perché non è mai troppo tardi. L’editor svogliato, e per di più incompetente arrogante e decisamente ignorante è rappresentato dalle agenzie che dovrebbero occuparsi di promuovere l’autoimpiego e invece sprecano solo enormi risorse. Il cambiamento è rappresentato da Perri che con il suo staff all’Apt sta ottenendo risultati di tutto rispetto. Ovviamente, c’è ancora molto da fare».
“Gesù – promette Giaggià – non mi prenderò gli altri centomila euro se tu metti una buona parola col tuo capo per far diventare Matera capitale europea della cultura nel 2019”. Oggi che il traguardo Matera Capitale Europea della Cultura è stato raggiunto, lei come immagina il 2019 della città dei Sassi o come vorrebbe che fosse: grandi produzioni artistiche e culturali, significative infrastrutture…
«Tutto ciò che lei cita è giusto e serve. Ma credo che il sud del mondo è stato capace di dimostrare al mondo che il sud è in grado di competere col mondo. Ora c’è bisogno di fare la cosa più difficile, pensare come il mondo. Saper stare al mondo. E siamo molto indietro. Ad esempio, mi sarei aspettato che Adduce venisse rieletto per acclamazione».
“Bellezza e il suo segreto” è un volume che raccoglie circa 350 scatti, molti dei quali sono associati ad una canzone, da didascalie che riportano il titolo e l’autore del brano. Ci parla di questo momento di incontro tra queste due espressioni artistiche?
«La musica, così come il cinema, è da sempre una delle mie passioni, vuol mettere poter associare alcuni capolavori assoluti a dei miei scatti? Immaginare di ascoltare proprio la canzone citata mentre si guarda la foto…che magnifica presunzione. A pensarci, anche la letteratura è una mia passione, e questo è il mio terzo lavoro. Però, ve lo prometto: non canterò mai!».
Altro aspetto di questo suo ultimo lavoro che mi ha colpito riguarda il coinvolgimento nella vicenda narrata di personaggi realmente esistenti accanto ad altri di pura fantasia: il direttore della Lucana Film Commission Paride Leporace, il direttore del Quotidiano del Sud (Ed. Basilicata) Lucia Serino, lo scrittore Gaetano Cappelli, il direttore del Gal Nicola Timpone…
«La fantasia della vicenda narrata doveva fare i conti con la realtà mostrata dalle immagini quindi la decisione di far interagire i protagonisti con personaggi realmente esistenti, che poi sono tutti cari amici. Nello specifico, il sorriso di Donna Lucia non poteva essere assente, e Timpone che io chiamo Wolf perché risolve problemi è uno dei molti omaggi al cinema tra le righe del romanzo. Cappelli, perché semplicemente è colpa sua se scrivo, e Cernicchiaro, il mio amico, il marinaio di montagna che serve i migliori spaghetti al pomodoro del pianeta al porto di Maratea. Albi è semplicemente un mito, il mio giovane amico figlio di Gianpaolo Carretta, che dà una bella lezione a quel toscano che usa la regione di nascita come alibi d’una maleducazione senza pari. C’è Roberta, con i suoi profumi. E vogliamo parlare di Elio, un posto come C’Era Una Volta è un romanzo a prescindere. Leporace merita invece un discorso a parte. Per rimanere solo al tema del romanzo, è cinema allo stato puro. E in meno di due anni ha fatto un lavoro enorme, e spero che prima o poi la Basilicata lo ringrazi per questo. Infine, quanto mi piacerebbe che Jennifer e Lora fossero reali…».
A quali progetti si sta dedicando in questo periodo?
«È tutto pronto per il Maratea Photo Video Tour del 2015, anche quest’anno porteremo degli stranieri nella nostra perla sebbene senza aiuto alcuno dell’attuale amministrazione cittadina, ma come dicevamo prima le cose prima o poi cambieranno. Per il resto, sono al lavoro per la seconda parte di Bellezza e, soprattutto, ascolti, ascolti, questa è una mia canzone, le piace? Le piace come canto? Perché scappa? Aspetti Francesco, torni qui!».
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